Emozioni e benessere organizzativo: l’importanza delle emozioni nella gestione del personale
di Ciro Alessio Formisano
In Italia, la tutela del benessere psicofisico e della personalità del lavoratore è un principio fondamentale garantito da vari strumenti normativi. Il diritto al lavoro e la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro sono principi costituzionalmente garantiti, e ci sono numerose leggi e regolamenti che mirano a proteggere i lavoratori in questi ambiti (Art.32, 35, 41 Cost.; D.Lgs. 81/2008; L. 300/1970).
Tuttavia, in assenza di leggi specifiche che tutelino la salute mentale sul lavoro, il concetto di benessere psicologico si colloca in un territorio sfumato, rientrando nel più ampio tema del benessere organizzativo.
Il clima emotivo di un’organizzazione, ossia il modo in cui le emozioni sono espresse, condivise e gestite all’interno del luogo del lavoro, ha un impatto significativo sul benessere organizzativo, da cui dipende non soltanto la motivazione dei lavoratori, quanto anche il loro grado di partecipazione e risultato.
Una cultura aziendale che promuove la consapevolezza emotiva, l’accettazione e l’espressione libera ma costruttiva delle emozioni, può contribuire a creare un ambiente di lavoro più sano e collaborativo, influenzando positivamente il processo decisionale e l’operatività di ciascuno.
Sullo sfondo di tale scenario, l’intelligenza emotiva (espressione forse oramai abusata, ma senz’altro ancora utile per orientarsi in quella complessità rappresentata dall’essere umano) risulta una competenza di estrema importanza all’interno di un’organizzazione, a partire dai manager.
I manager che sono emotivamente coinvolti nelle dinamiche del proprio team hanno la capacità di riconoscere e celebrare i successi, così come di offrire supporto nei momenti difficili – che potrebbero coinvolgere anche loro stessi… -, nonché assicurare equità e giustizia nelle politiche e nelle pratiche aziendali.
Viceversa, – e la realtà aziendale da molti vissuta lo testimonia – una leadership che ignora o gestisce in modo inappropriato le istanze emotive che ognuno reca in sé, è destinata a generare conflitti e incomprensioni, con ricadute sull’andamento e la produttività della propria organizzazione.
Nel mondo del lavoro, così come nella vita, le emozioni sono il linguaggio nascosto che lega le persone, che trasforma un gruppo in una squadra, un compito in una missione. Sono esse che danno significato al nostro agire, che rendono memorabili i successi e istruttive le sconfitte.
Accogliere le emozioni, ascoltarle, è un esercizio di profonda comprensione e rispetto che arricchisce non solo la sfera personale ma anche quella professionale e sociale. È dare voce a una parte interna che viene spesso messa a tacere dalla frenesia quotidiana e dalle aspettative altrui.
In un mondo sempre più governato da logiche di efficienza e profitto, le emozioni ci ricordano che siamo più che semplici ingranaggi di una macchina produttiva. Un ambiente di lavoro che celebra la piena espressione umana è un ambiente in cui le persone possono dare il meglio di sé. È qui che la creatività fiorisce, che l’innovazione prende forma, che la collaborazione diventa più che la somma delle parti.
di Ciro Alessio Formisano – Responsabile hr Kuvera Spa