Formazione e apprendimento: l’imprescindibilità della conoscenza per sapersi orientare in un modo 4.0
di Ciro Alessio Formisano
Al crescere della complessità che caratterizza il nostro contemporaneo, si presenta la necessità di elaborare e fare proprie nuove categorie con le quali relazionarci al nostro ambiente, al fine di influenzarlo per il perseguimento dei nostri obiettivi, sia individuali che collettivi.
In un mondo in cui l’apporto tecnologico risulta essere determinante non solo nel contesto produttivo, quanto anche – e soprattutto – in quello sociale, politico e relazionale, occorre interrogarsi sulla natura dei nuovi strumenti, perché vi sia un uso consapevole, orientato al benessere e non all’alienazione e allo sfruttamento.
Dietro ogni scoperta scientifica si nasconde una nuova visione della realtà, che può integrare o addirittura rivoluzionare quella precedente. Dall’invenzione del cannocchiale che ci ha consentito di scrutare gli astri e prendere consapevolezza del moto dei pianeti, scoprendo in tal modo di non essere al centro dell’universo, bensì parte di un sistema più vasto di equilibrio tra forze, siamo ora giunti ad affrontare temi quali l’intelligenza artificiale, l’automazione, per non parlare delle ultime frontiere del Metaverso e della realtà virtuale. Le possibilità offerte da questi nuovi strumenti spesso sfuggono alla previsione dei loro stessi ideatori, i quali sempre più frequentemente si interrogano sul labile confine tra uso e abuso.
In tale contesto, dove al progresso non si può – e forse non si dovrebbe – porre un freno, si palesa l’urgenza di investire nella formazione, non solo scientifica, delle prossime generazioni per le quali questi strumenti caratterizzeranno il loro quotidiano e il loro vissuto, in misura maggiore rispetto a quanto sia attualmente.
La comprensione degli aspetti non solo tecnici, ma anche etici e filosofici, delle nuove tecnologie consentirebbe un loro uso più consapevole, più “proattivo” e meno subìto.
Per fare ciò occorre che il tema della formazione torni, se mai lo è davvero stato, a essere considerato centrale e strategico per il progresso e il benessere della specie umana e della sua civiltà. Una formazione integrata (“olistica” per scomodare un termine oggi tanto in voga), che sappia unire il nozionismo con l’informazione, la teoria con la pratica, la conoscenza con l’esperienza, è oggi più che mai necessaria per affrontare le sfide che già affrontiamo e che in un prossimo futuro attenderanno di essere superate.
Occorre pertanto re-visionare non solo i cosiddetti “programmi scolastici”, quanto anche gli stessi metodi di insegnamento, nutrendo la formazione di tutte quelle categorie concettuali che risultano essere oggi imprescindibili per sapersi orientare nel mondo.
Intelligenza emotiva, storytelling, narrazione transmediale, sono sono alcune delle competenze che oggi come oggi è necessario fare proprie per affacciarsi alla complessità da protagonisti e non da sacrificabili comparse.
Dalla volontà, e dal desiderio, di investire nella formazione si giocherà, forse, il nostro destino.