di Alessandra Belluccio

Non leggo proverbi, non li cito e non li ricordo.

Tutti tranne uno…!

Il 21 febbraio abbiamo ospitato in uno dei nostri Salotti Virtuali la presentazione del libro “Manuale per manager che vogliono arrevotare” di Renato Votta, consigliere del Direttivo di Aidp Campania. Si tratta di una raccolta di 100 lezioni di saggezza popolare per diventare leader, ispirate da altrettanti proverbi napoletani.

In una piovosa domenica ho divorato i proverbi e le inferenze applicate argutamente da Renato al mondo aziendale e ho fatto qualche ricerca e qualche riflessione.

La creazione neologica «si è di fatto quasi arrestata nel corso dell’ultimo mezzo secolo» (Boggione 2004) ed i proverbi non appartengono più al linguaggio quotidiano; soprattutto i giovani li hanno sostituiti con altre immagini ed espressioni, tratte per lo più da canzoni, film, serie TV o anche da slogan pubblicitari: “Ho visto cose che voi umani…” (Blade Runner), “non lo so, Ric” (Il prezzo della storia), ““Potrebbe andar peggio! Potrebbe… piovere!” (Frankenstein Junior), “E’ coffee break, Signori” (Boris), “parla, la gente purtroppo parla..” (Maneskin).

Le cause di questo fenomeno, oltre alla maggiore alfabetizzazione ed al tramonto della civiltà contadina, sono credo legate alla disgregazione del codice di valori e di principi che il proverbio racchiude e in qualche modo cristallizza nel tempo ed alla ricerca di espressioni più mutevoli e meno durature che possano cogliere una realtà in sì rapido divenire. Il proverbio, inoltre, ha spesso un portato morale che la massima e la citazione non posseggono.

Ma i valori, sebbene più mutevoli e complicati da conciliare nelle nostre vite, non sono morti, sono solo in cerca di nuovi autori: di manager e imprenditori che sappiano, oltre che enunciarli, anche farli vivere nella pratica quotidiana, e di lavoratori che sappiano farsi portatori e promotori, all’interno delle organizzazioni, anche di propri valori personali per arricchire di nuovi contenuti e di autenticità la vita aziendale.

Ringrazio l’amico Renato perché con questo testo leggero, anzi leggerissimo (cit. Colapesce e Dimartino), ci offre riflessioni profonde per una leadership a misura d’uomo, ma anche perché mi ha riportato alla memoria un bellissimo proverbio napoletano che mi fu rivolto da un mio Maestro e che mai dimenticherò: “Rafaniè, fatte accattà ‘a chi nun te sape” (Ravanello, fatti comprare da chi non ti conosce).

Semmai nella prossima edizione Renato lo inserirà e ci regalerà un’altra piccola lezione di managerialità.

Buona lettura a tutti!